Nuove proposte universitarie per ottenere (anche) la neutralità carbonica e climatica entro il 2050


Studiare per curare, creare per sognare un futuro migliore e sostenibile per noi e per chi verrà dopo: una sfida densa di opportunità, soprattutto per chi si appresta a completare la propria formazione culturale e scolastica nell’epoca della “Conversione Ecologica”

Su invito del prof. Samuele De Bettin Linc, accompagnato dalla mia amica avv. Elena Cesco Resia, mi sono recentemente intrattenuto per un paio d’ore con un centinaio di studenti del Liceo Scientifico “Fermi” di Pieve di Cadore, radunati, per l’occasione, nell’Aula Magna dell’Istituto. 

Era la seconda volta in vita mia che mi capitava di entrare in un Liceo, istituto di formazione culturale di eccellenza del sistema formativo italiano. Il “Fermi” è un Liceo Scientifico, per cui, ad oggi, manca al mio palmarès solo una “comparsata” in un Liceo Classico, la scuola che io avrei voluto ma non so, se saputo fare quando ne avevo l’età.

L’esperienza del confronto al Liceo di Pieve con le giovani, fervide ed avide menti del nostro Cadore è stata per me entusiasmante, così come spero lo sia stata per loro, visto che in un paio d’ore ho provato a raccontare cosa voglia dire fare impresa, cosa significhi per me declinare le proprie azioni imprenditoriali sulla base della formazione che si possiede e della propria personale vocazione e quali siano le opportunità per farlo in modo innovativo nel prossimo futuro, durante la non facile congiuntura che vivremo (e loro certamente vivranno) da oggi al 2050.

Una simulazione di scenari evolutivi probabili per i prossimi cinque lustri sarebbe potuta apparire velleitaria e certamente inverosimile, perché più che da “visionari” si rischiava di passare come novelli maghi Otelma ovvero, con tutto il rispetto per i citati veggenti, correre il rischio di essere catalogati come personaggi di spettacolo in cerca di espedienti per tirare a campare.

Al contrario, mai come oggi (cause di forza maggiore a parte), grazie a Next Generation EU (lo straordinario strumento di rilancio dell’Europa post pandemia) questo appare possibile e verosimile.

Lo è perché tutto ruota intorno ad un unico, chiaro e semplice grande obiettivo: l’oramai ineludibile decarbonizzazione del Pianeta, ovvero l’obbligo dell’azzeramento dell’impronta carbonica delle attività antropiche entro il 2050 (o qualche decina di anni dopo per Cina, Federazione Russa, India, Brasile e Paesi in via di sviluppo).

Come ho detto ai Liceali pratici dei concetti matematici relativi alla continuità funzionale derivabile, la “funzione decarbonizzazione” è certamente derivabile ma NON ulteriormente integrabile, cioè, per quanto riguarda i problemi quotidiani di noi poveri Sapiens Sapiens, non vi è nulla di più importante oggi dell’azzeramento dell’impronta carbonica delle nostre attività.

Ogni nostra azione pratica da qua al 2050 dovrà in qualche modo tenere conto del fatto che i gas serra che saranno emessi, dovranno essere compensati da pari quantità di gas assorbiti: tutto semplice, perché una semplice addizione tra due quantità, una positiva ed una negativa, il cui risultato dovrà essere almeno zero, se non addirittura avere una saldo a favore di un maggior assorbimento.

Una grande necessità, un grande obiettivo ed una enorme opportunità di lavoro ed innovazione per tutti!

Da qua l’importanza, oggi più che mai, di far “scalare” verso l’eccellenza alcune azioni fondamentali nella vita di ognuno di noi, in particolare per chi, come le nostre giovani e brillanti menti del liceo di Pieve di Cadore, si appresta a completare la sua formazione culturale, per poter poi affrontare con “utilità” per sé e per gli altri, una vita lavorativa degna di essere vissuta, anche perché coerente e “tendente” alla “conversione ecologica” indispensabile per garantire il futuro a chi verrà dopo di noi.

La ricetta per ottenere questo è molto semplice e combina tra loro alcune azioni (che non hanno mai fatto male a nessuno, se non del bene a tutti) e che, tra le altre sono:

  • studiare: impegnarsi con la mente in modo rigoroso e metodico per imparare una data disciplina, con l’aiuto di libri, appunti esperti, docenti;
  • curare: fare oggetto delle proprie cure, attendere con premura e diligenza a qualcuno o a qualcosa;
  • creare:  produrre dal nulla, fornire dell’esistenza;
  • sognare: immaginare che qualcosa possa accadere: prevedere, simulare e scartare l’impossibile, tenendo presente che tutto ciò che è impossibile, per quanto improbabile, si può realizzare.

Ho ritrovato queste semplici azioni oggi in una pubblicità pubblicata sul Gazzettino e promossa dall’Università di Padova che allego.

Leggendo l’obiettivo suggerito dall’Università di Padova di “studiare per curare la Terra”, ho pensato bene di condividere questa breve nota, aggiungendovi a “studio” e “cura” quelle azioni che sono state con esse, i punti di riferimento della mia vita adulta: creare e sognare.

E’ una riflessione coerente con ciò che ho raccontato agli studenti del “Fermi”, a cui auguro buona vita!


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