Crediti di Carbonio agroforestali e potenziali pericoli di errato utilizzo


Crediti di Carbonio Agroforestali (CCAF) – recentemente normati, per la prima volta al mondo nell’ambito di un Mercato Volontario dal Parlamento italiano – sono un meccanismo di mercato che mira a compensare le emissioni di gas serra (Green House Gas, in sigla GHG) attraverso la buona e regolata gestione, la conservazione, il recupero o l’espansione delle aree agricole e forestali.

L’agroforestazione è una pratica sostenibile che combina agricoltura e silvicoltura, contribuendo alla conservazione del suolo, alla biodiversità e alla mitigazione dei cambiamenti climatici.

Nella buona pratica, quindi per le finalità lecite correlate allo sviluppo sostenibile ed alla tutela della biosfera, i Crediti di Carbonio Agroforestali offriranno certamente un incentivo economico ed una fonte di integrazione di reddito per la conservazione e il miglioramento delle risorse naturali.

Tuttavia, vi è il rischio che questi meccanismi possano essere utilizzati in modo fraudolento per giustificare pratiche di Land Grabbing, con la conversione di ecosistemi naturali in monocolture a scopo di lucro, ed il riciclo di denaro “sporco” da parte della malavita e delle “mafie”.

In termini generali con “Land Grabbing” ci si riferisce all’acquisizione di estensioni di terreno più o meno vaste da parte di entità governative (tipicamente dell’estremo oriente) o private (lecite o malavitose), per scopi agricoli, estrattivi o per la produzione di biocarburanti. Questa pratica può avere impatti negativi sulle comunità locali, sulla sicurezza alimentare e sull’ambiente, in quanto può causare lo sfruttamento delle risorse naturali, la distruzione degli ecosistemi e uno spostamento forzato delle popolazioni indigene.

Non impropriamente questa pratica potrebbe caratterizzare anche in Italia – anche se in misura minore rispetto a quanto accade nei Paesi in via di sviluppo – il mercato volontario dei CCAF.

Con maggiore probabilità, in Italia, essa potrebbe essere, tuttavia, facilmente e convenientemente utilizzata dalle mafie come strumento di riciclaggio di proventi finanziari illeciti o derivanti da pratiche malavitose.

Inoltre, la mancanza di una regolamentazione adeguata e di trasparenza nel Mercato Volontario in cui i CCAF saranno trattati, potrebbe portare a pratiche scorrette e all’inefficacia del sistema nel raggiungere gli obiettivi di mitigazione del cambiamento climatico (trasformandosi in Greenwashing o “falso ecologismo”, come i recenti scandali legati ai Registri privati Verra e Gold Standard hanno in alcuni casi dimostrato).

Alcuni dei rischi associati alle infiltrazioni mafiose nel Mercato Volontario dei Crediti di Carbonio Agroforestali includono, tra gli altri:

  1. Frodi e corruzione: Le organizzazioni criminali possono cercare di manipolare il mercato dei Crediti di Carbonio attraverso pratiche fraudolente, come la falsificazione di documenti o la corruzione di funzionari pubblici o di organismi di certificazione privati internazionali, per ottenere l’approvazione di progetti fasulli o illeciti.
  2. Riciclaggio di denaro: I Crediti di Carbonio e i progetti agroforestali potrebbero essere utilizzati come strumenti per il riciclaggio di denaro sporco, permettendo alle organizzazioni criminali di “pulire” fondi illeciti attraverso investimenti in progetti apparentemente legittimi.
  3. Sfruttamento delle risorse e delle comunità locali: Le infiltrazioni mafiose nei progetti agroforestali potrebbero portare a uno sfruttamento eccessivo delle risorse naturali e a violazioni dei diritti delle comunità locali, come l’usurpazione di terreni e la violenza nei confronti di attivisti e leader comunitari.
  4. Evasione fiscale e frode fiscale: Le organizzazioni criminali potrebbero utilizzare i Crediti di Carbonio nella loro accezione più ampia ed i progetti agroforestali come copertura per evadere le tasse o per ottenere agevolazioni fiscali illecite.

Per contrastare questi rischi, è fondamentale che i governi e le organizzazioni nazionali e internazionali implementino meccanismi di regolamentazione e monitoraggio efficaci, promuovano la trasparenza del Mercato Volontario dei Crediti di Carbonio e dei progetti agroforestali e garantiscano la protezione dei diritti delle comunità locali.

Inoltre, la cooperazione tra le autorità di contrasto e le istituzioni finanziarie potrà contribuire a individuare e perseguire le attività criminali legate, in generale, a tutte le tipologie di Crediti di Carbonio, siano essi da “assorbimento e fotosintesi” (agroforestali) che da “riduzione o evitata emissione” (rispettivamente “riduzione della Carbon Footprint territoriale attraverso virtuose pratiche di Smart Government” o “evitata emissione di GHG attraverso energie prodotte da fonti rinnovabili anche combinate tra loro o da utilizzo di vettori energetici come l’idrogeno verde”.

Si ritiene che gli strumenti migliori per eliminare i fenomeni di Land Grabbing e le infiltrazioni malavitose e/o mafiose (spesso gestite da insospettabili “colletti bianchi”) sul Mercato Volontario dei Crediti di Carbonio siano:

  1. la coercitiva negoziazione sul mercato dei titoli maturati da parte di Consorzi tra “aventi diritto” (cioè produttori pubblici o privati di Crediti)” ed Ente Comunale nel cui territorio ricadano i sedimi agricoli e forestali oggetto di coltivazione regolamentata o, cosa migliore e più performante in termini di regolazione automatica del mercato e di creazione di valore, di Consorzi tra Consorzi di questo tipo, così da incentivare operazione ecosistemiche su scale territoriali più estese;
  2. la coercitiva corresponsione all’Ente Comunale consorziato, Consorzio per Consorzio (ed indipendentemente dalla proprietà o dall’esercizio diretto di attività agroforestali), di almeno il 70% dell’avanzo di gestione annuale del tredading, con due motivazioni:
    • l’utilizzo pubblico degli introiti derivanti dalla fotosintesi o dalla segregazione dei Green House Gas, come logica conseguenza del fatto che, nel loro complesso, essi non sono riconducibili ad un produttore identificabile e noto (quindi sono un bene e, ovviamente, un male, pubblico);
    • la necessità di rendere non conveniente ai soggetti interessati al Land Grabbing o a soggetti malavitosi e/o mafiosi l’ingresso fraudolento sul Mercato Volontario tipico di questi “derivati” finanziari correlati al lavoro onesto e regolamentato dell’uomo.

In conclusione, attraverso l’istituzione del Registro dei Crediti di Carbonio Agroforestali, l’Italia ha posto, per prima nel mondo, le basi per la positiva evoluzione di un Mercato Volontario coerente con gli obiettivi dettati dal Green New Deal EU: Mercato che sarà certamente (i) di supporto al settore agroforestale italiano ed europeo; (ii) di incentivo allo sviluppo sostenibile e rispettoso della biosfera; e, nel contempo e se non adeguatamente regolamentato, (iii) possibile deriva verso fenomeni non positivi in una convivenza trasparente e legale.

Non a caso, l’emendamento istitutivo del Registro dei Crediti di Carbonio Agroforestali (promosso dal sen. Luca De Carlo ed altri) prevede che entro 180 giorni sia istituito, con Decreto del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, un Regolamento di attuazione la cui applicazione sarà delegata al CREA – Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (per conto del quale, il suo Direttore Generale dott. Vaccari, ha presentato durante la Conferenza Stampa al Senato della Repubblica e di cui ad un nostro precedente articolo, una dettagliata relazione).


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