A cura di Francesco De Bettin – Libero Pensatore -Presidente di Associazione Comelico Nuovo
Costalissoio di Comelico – Roma, 06 marzo 2024
Contesto
Auspichiamo che prima dell’avvio dei lavori di manutenzione straordinaria della Galleria Comelico, possa essere aperto un Tavolo di Consultazione e Negoziazione istituzionale, intorno a cui si confrontino Istituzioni, Enti, Amministrazioni, Parti Sociali e Organizzazioni di Categoria, per stabilire, almeno, come minimizzare i danni socioeconomici che la chiusura del tunnel, di qualunque tipo essa sia, genererà.
La vicenda “galleria Comelico” è nata male molti anni fa, proseguita e gestita peggio e, per certo, è destinata a generare danni materiali ed immateriali probabilmente irreparabili, dei quali più o meno tutti si rendono conto.
È un dato di fatto che si sono perduti quasi tre anni in attesa che uno “spirito” qualsiasi proponesse, di sua sponte, una soluzione di “ottimo” per tutti, dimenticando che l’ottimo è sempre nemico del buono.
Gli Amministratori locali, invece di lanciarsi in proposte progettuali e in suggerimenti tecnici diretti, come, a titolo di mero esempio, la realizzazione di altre gallerie o l’impossibile restauro del vecchio tracciato stradale dismesso della Strada Statale 52 Carnica (SS 52) compreso tra Cima Gogna e Ponte della Lasta (la cosiddetta “Strada d’la Val”) senza introdurvi alcun ammodernamento trasportistico coerente con standard e norme vigenti, avrebbero fatto meglio a dare seguito alle volontà unanimi e di buonsenso che erano emerse durante la prima riunione pubblica tenutasi nel dicembre 2021 per iniziativa del Comitato Galleria Comelico Bis, ove tutte le campane suonarono, almeno sulla carta, in modo armonico e coerente.
Oppure avrebbero potuto appoggiare, tutti insieme, l’Associazione Comelico Nuovo, allorquando propose la nomina di un Commissario ad hoc che gestisse l’intera situazione infrastrutturale del Comelico, affinché, anche durante i lavori in galleria, fosse sempre garantito un “collegamento senza soluzione di continuità fisica e temporale tra Val Comelico e Regione Veneto, scartando quello prospettato da ANAS attraverso la Strada Provinciale 532 del Passo di Sant’Antonio”.
Dopo tre anni, passati ad aspettare Godot, la possibilità di ottenere infrastrutture stradali alternative e complementari alla galleria Comelico oramai non esiste, così come è certo che non sarà mai tecnicamente e finanziariamente possibile ottenere agevolazioni o regimi fiscali di favore permanenti riconducibili alla definizione di “zona franca” o di “zona economica speciale”.
Per lo Stato concedere deroghe fiscali permanenti alle regole esistenti sulla base di una mera “emergenza cantiere” non sarebbe né possibile, né ammissibile, perché creerebbe un precedente ed aprirebbe la via ad analoghe richieste da parte di chiunque, più o meno realisticamente, si sentisse danneggiato da un’opera o da un cantiere infrastrutturale di interesse collettivo.
Al netto di ogni considerazione e prima che il cantiere di manutenzione della galleria Comelico venga avviato dall’Anas nella prossima primavera, attraverso il citato Tavolo di Consultazione e Negoziazione, sarebbe indispensabile individuare e definire un modello “sostenibile” di gestione del cantiere, intendendo il concetto di “sostenibilità” secondo paradigmi a loro volta “sostenibili”, anche con il chiaro obiettivo di ottenere “risarcimenti” tangibili nell’immediato e permanenti ed utili nel tempo, anche dopo la riapertura della galleria Comelico post manutenzione.
Che almeno il danno non si trasformi anche in una beffa, nell’auspicio che, al contrario, evolva in opportunità per un Comelico Nuovo in grado di dare Speranza ed offrire opportunità alle future generazioni che scegliessero di rimanere ed autodeterminarsi come vorranno, anziché come cattivi ed inadeguati maestri vorrebbero!
Cosa si può negoziare
A parziale riparazione dei danni certi che si subiranno come conseguenza di qualsiasi tipo di chiusura della galleria Comelico per manutenzione straordinaria, i provvedimenti che ancora si possono ragionevolmente richiedere ed ottenere ora, sono finalizzati alla gestione congiunturale del cantiere e dell’ecosistema e forme di “ristoro, garanzia e compensazione” utili nella congiuntura e, allo stesso tempo, stabili in modo permanente nel prossimo futuro.
Gli obiettivi minimi di base da ottenere e negoziare sono, oramai, essenzialmente riconducibili a tre cose:
1. la nomina di un Commissario ad hoc per la gestione “globale” dell’emergenza, dotato di autorità e poteri di decisione ai sensi delle vigenti normative;
2. “ristori e garanzie” in grado di supportare il tessuto sociale ed economico dell’intera Valle durante il periodo di chiusura della galleria Comelico per manutenzione straordinaria;
3. “compensazioni infrastrutturali”, materiali ed immateriali a risarcimento dei danni generati dalla chiusura della galleria Comelico.
Il Commissario
La figura del Commissario Straordinario per la gestione di una problematica infrastrutturale pubblica in Italia rappresenta un meccanismo amministrativo speciale, introdotto per accelerare e gestire la realizzazione di opere pubbliche di particolare importanza e complessità o per affrontare situazioni di emergenza che richiedono interventi immediati.
Questa figura è prevista da specifiche normative e ha il compito di superare i ritardi burocratici e le difficoltà che comunemente ostacolano i grandi progetti infrastrutturali o le risposte a emergenze.
Il Commissario Straordinario ha poteri ampi e derogatori rispetto alla normale procedura amministrativa, allo scopo di garantire la rapida realizzazione dell’opera e la gestione dell’emergenza territoriale da essa provocata.
Tra i suoi compiti principali ci sono:
• Accelerazione dei processi: il Commissario ha il potere di accelerare le procedure di appalto, di espropriazione, le valutazioni di impatto ambientale e ogni altro processo amministrativo necessario alla realizzazione dell’opera in sé e delle opere complementari;
• Decisione autonoma: può prendere decisioni in maniera autonoma, senza dover passare attraverso i normali canali burocratici, pur nel rispetto del quadro normativo di riferimento;
• Gestione delle risorse: ha il controllo diretto sulle risorse finanziarie assegnate al progetto, potendo allocarle secondo le necessità emergenti;
• Coordinamento: coordina le attività tra i vari enti e le amministrazioni coinvolte, sia a livello locale che nazionale, per assicurare un’azione unitaria e coerente.
La nomina del Commissario Straordinario avviene di solito con un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri o su proposta del Ministro competente per il settore di riferimento dell’opera o dell’emergenza da gestire.
La scelta cade su figure capaci di garantire competenza tecnica e capacità gestionale, spesso selezionate tra alti funzionari statali, dirigenti pubblici o esperti nel settore specifico dell’infrastruttura o del problema da affrontare.
Ristori, garanzie e Compensazioni
Nel settore delle opere pubbliche, i termini “ristoro” e “compensazione” si riferiscono a misure adottate per mitigare gli impatti negativi che la realizzazione di talune opere pubbliche di ampio interesse collettivo, come potrebbe assolutamente essere la manutenzione straordinaria della galleria Comelico, possono avere sulla comunità e sugli interessi privati di chi le costituisce.
Queste misure sono particolarmente rilevanti in progetti che possono comportare alterazione di ecosistemi o disagi per le comunità locali.
Ristori e garanzie
Il “Ristoro” si riferisce solitamente a forme di indennizzo fornite agli individui, alle famiglie o alle imprese che subiscono perdite dirette a causa della realizzazione dell’opera pubblica.
Le perdite dirette possono includere, a titolo puramente esemplificativo, la perdita di reddito o le difficoltà di accesso a risorse sociali, sanitarie, scolastiche, produttive e naturali.
Il “ristoro” mira a ripristinare la situazione economica e sociale degli interessati a un livello almeno pari a quello precedente all’intervento.
Gli obiettivi di queste misure sono molteplici perché fungono da:
• Sostegno alla sopravvivenza delle imprese: aiutano le aziende a superare il periodo di crisi e a mantenere l’occupazione,
• Stimolo alla ripresa: creano le condizioni per una rapida ripresa dei flussi produttivi ed economici non appena le circostanze lo permettano.
• Adattamento e innovazione: incoraggiano le imprese ad innovare e adattarsi a nuove condizioni di mercato e/o a nuove esigenze del mercato.
In tutti i casi, la progettazione e l’implementazione di ristori efficaci, richiedono una comprensione approfondita delle dinamiche locali e delle specifiche esigenze delle comunità e delle imprese colpite.
L’obiettivo principale di queste misure è di assicurare che le imprese e i lavoratori colpiti dagli effetti negativi dell’esecuzione di opere pubbliche possano continuare la propria attività, limitando le perdite economiche e favorendo, nel medio-lungo termine, un adattamento alle nuove condizioni e un ritorno alla piena produttività.
I ristori mirano a bilanciare i benefici a lungo termine derivanti dalle infrastrutture pubbliche con la necessità di proteggere e sostenere il modello sociale e l’economia locale nel breve termine.
L’identificazione e l’attuazione di questi ristori richiede un’attenta valutazione dell’impatto economico delle opere pubbliche sui diversi settori e la definizione di criteri chiari per l’accesso alle misure compensative.
Spesso ciò comporta la collaborazione tra enti governativi a vari livelli (locale, regionale, nazionale), camere di commercio, associazioni di categoria, rappresentanti delle comunità e delle imprese, parti sociali ed il settore privato nonché la personalizzazione delle misure a seconda della natura e dell’entità dell’impatto sui flussi turistici.
La complessità insita nella gestione di questa collaborazione esige e giustifica la presenza di una figura commissariale dotata di tutte le autorità e di tutte le autorizzazioni necessarie per azioni immediate, efficaci ed efficienti, avulse da successive negoziazioni rispetto ai patti pre-opera raggiunti dagli stakeholder coinvolti.
Esempi di ristori
A titolo esemplificativo potrebbero essere richiesti ristori per:
• l’incremento dei costi di produzione di lavori, beni e servizi: si tratta di ristori per l’incremento dei costi di produzione nei settori economici primario (agricoltura, allevamento, silvicoltura), secondario (industria manifatturiera, costruzioni) e terziario (servizi), dovuti ai danni causati dall’esecuzione di opere pubbliche.
Sono misure compensative messe in atto per mitigare gli effetti negativi che i lavori possono avere sull’economia locale.
Questi aiuti possono essere indirizzati a imprese e lavoratori che subiscono un aumento dei costi operativi o una riduzione della produttività a causa di interruzioni, modifiche logistiche, danni ambientali o altre conseguenze dirette dei progetti infrastrutturali.
Le tipologie di aiuto sono essenzialmente riconducibili a:
• Indennizzi economici diretti: Pagamenti compensativi alle imprese che hanno subito un aumento dei costi di produzione o una perdita di reddito, a causa dell’esecuzione di opere pubbliche. Questi possono coprire varie voci di costo, come l’acquisto di materie prime aggiuntive, costi energetici maggiorati, spese per la logistica e il trasporto, o la perdita di raccolti nelle aree agricole interessate dai lavori,
• Agevolazioni contributive temporanee: si tratta di riduzioni da determinati oneri contributivi per le imprese colpite, al fine di alleggerire il carico finanziario dovuto all’incremento dei costi di produzione,
• Accesso a finanziamenti agevolati: erogazione di prestiti a condizioni favorevoli (per es. tassi di interesse ridotti, periodi di grazia per l’inizio della restituzione) per supportare le imprese nell’affrontare i costi aggiuntivi o nell’attuare investimenti per l’adattamento alle nuove condizioni operative,
• Il sostegno alla riconversione e all’innovazione: finanziamenti o servizi di consulenza per aiutare le imprese a innovare i processi produttivi, adottare tecnologie più efficienti o riconvertire la propria attività in risposta ai cambiamenti indotti dalle opere pubbliche,
• l’assistenza per la ricollocazione o la riqualificazione professionale: per i lavoratori e le imprese che necessitano di spostarsi o di cambiare il focus della propria attività, possono essere previsti programmi di formazione, ricollocazione professionale o sostegno all’imprenditorialità.
• la diminuzione dei flussi del comparto turistico: si tratta di misure di supporto economico e finanziario attuate per sostenere le attività commerciali e le comunità che dipendono dal turismo, in risposta a cali significativi dei visitatori.
Le misure di ristoro possono assumere diverse forme, tra cui:
• Sovvenzioni dirette: contributi finanziari non rimborsabili erogati a imprese turistiche colpite, come hotel, B&B, locazioni turistiche, affittacamere, ristoranti e operatori di proposte turistiche, per coprire parte delle perdite subite,
• Supporto al marketing e alla promozione: finanziamenti o servizi di supporto per campagne di marketing mirate a rilanciare l’immagine turistica della zona colpita e attrarre nuovamente visitatori,
• Start up di iniziative di attrazione turistica e sportiva: supporto tecnico, organizzativo e gestionale per utilizzi sportivi o ludici del territorio con programmazione di attività anche strutturate per incrementare l’afflusso turistico a spot o in occasione di eventi o manifestazioni particolari (opportunamente promosse attraverso specifiche attività di marketing e campagne pubblicitarie a livello nazionale e transfrontaliero),
• Formazione e riqualificazione: programmi di formazione per i lavoratori del settore turistico, volti ad aggiornare le competenze in risposta ai cambiamenti del mercato o per migliorare l’offerta turistica,
• Finanziamenti agevolati o garanzie: accesso a prestiti a condizioni favorevoli o garanzie sui prestiti per le imprese turistiche, per sostenere investimenti necessari a superare il periodo di crisi o a migliorare l’offerta,
• Moratorie su prestiti esistenti: Sospensione temporanea del rimborso di mutui e prestiti per le aziende turistiche, al fine di fornire un sollievo immediato alla liquidità
[La situazione più preoccupante riguarda tutti gli operatori del comparto turistico che abbiano acceso finanziamenti o mutui ipotecari per lo start up o l’ampliamento delle attività d’istituto.
In nuce, un’insolvenza da parte del debitore che si protraesse oltre i tre, cinque mesi potrebbe generare un’escussione delle garanzie o un esercizio del diritto di ipoteca da parte dei vari Istituti di Credito con il successivo incanto degli immobili e delle imprese incamerati dalle Banche erogatrici dei finanziamenti a recupero del credito vantato.
In luogo di richieste di una impossibile “zona franca od a fiscalità agevolata permanente” si dovrebbe, invece e subito, negoziare con MEF e Regione Veneto (attraverso Veneto Sviluppo) la messa a disposizione di un fondo di garanzia affinché gli Istituti di Credito concedessero una moratoria sui crediti in essere per almeno cinque anni.
Il provvedimento sarebbe gratuito per lo Stato e, probabilmente, eserciterebbe una forma di richiamo anche per nuove imprese che volessero insediarsi in Comelico, visto che per queste ultime la moratoria si trasformerebbe automaticamente in preammortamento di cinque anni.]
• la diminuzione della competitività della supply chain e dell’autotrasporto per merci e persone: si tratta di ristori giustificati dall’incremento dei costi provocato dai danni o dai disagi derivanti dall’esecuzione di opere pubbliche, volti a mitigare gli effetti negativi che tali progetti possono avere sul settore dei trasporti e della logistica.
Questi ristori possono essere particolarmente rilevanti in situazioni in cui i lavori infrastrutturali causano interruzioni stradali, deviazioni del traffico, limitazioni all’accesso a determinate aree o riduzioni della capacità di trasporto, portando a un aumento dei tempi di percorrenza e dei costi di trasporto per le imprese e gli autotrasportatori.
Le tipologie di ristori sono essenzialmente riconducibili a:
• Compensazioni economiche dirette: sostegni finanziari forniti alle imprese di trasporto e agli autotrasportatori indipendenti per compensare l’aumento dei costi operativi, come maggiori spese di carburante, usura dei veicoli, e perdite di efficienza dovute a percorsi più lunghi o tempi di attesa aumentati,
• Agevolazioni fiscali temporanee e limitate alle accise sui carburanti: possono includere la riduzione o il rimborso di imposte e tasse legate al settore dei trasporti, come quelle sui carburanti, sui veicoli o sulle emissioni, per alleggerire il carico finanziario sulle imprese colpite,
• Sovvenzioni per l’acquisto di veicoli più efficienti: incentivi per l’acquisto o il leasing di veicoli più moderni ed efficienti dal punto di vista del consumo di carburante o delle emissioni, al fine di ridurre i costi operativi a lungo termine e mitigare l’impatto ambientale dell’autotrasporto,
• Supporto alla formazione e all’aggiornamento professionale: Programmi di formazione per gli autotrasportatori sull’ottimizzazione dei percorsi, sulla gestione logistica e sulle tecniche di guida efficiente, per migliorare l’efficienza operativa e ridurre i costi,
• Investimenti in infrastrutture alternative: Sviluppo o miglioramento di rotte alternative, sistemi di gestione del traffico e piattaforme logistiche per minimizzare l’impatto dei lavori pubblici sulla movimentazione delle merci e sulla mobilità delle persone.
L’implementazione di queste misure richiede una collaborazione stretta tra le autorità pubbliche responsabili dei lavori infrastrutturali, le associazioni di categoria del settore dei trasporti e della logistica, le parti sociali e le imprese colpite.
È importante che i ristori siano progettati in modo da essere facilmente accessibili e in grado di rispondere in modo efficace e tempestivo alle esigenze delle parti interessate.
Questi ristori riconoscono l’importanza critica del settore dei trasporti e della logistica per l’economia in generale e cercano di assicurare che i benefici a lungo termine derivanti dai miglioramenti infrastrutturali non siano offuscati da impatti negativi a breve termine sulle imprese e sui lavoratori del settore.
Compensazioni
Le “Compensazioni” nel settore delle opere pubbliche sono misure adottate per bilanciare gli impatti negativi generati dalla realizzazione di tali opere su comunità, individui, imprese e ambiente.
Queste misure mirano a mitigare gli effetti avversi, come la perdita di proprietà, l’alterazione degli ecosistemi, l’incremento dei costi di produzione o di trasporto e la diminuzione dell’attrattività turistica, assicurando che i benefici delle infrastrutture pubbliche non siano ottenuti a spese ingiuste di parti interessate specifiche.
La “Compensazione” rispetto al “Ristoro” tende a essere utilizzata in un contesto più ampio e può includere misure ambientali, infrastrutturali, sociali ed economiche materiali (per esempio infrastrutture, lavori, opere, beni, ecc.) ed immateriali (ovvero intangibili) volte a:
• bilanciare gli impatti negativi del cantiere durante la sua realizzazione,
• lasciare sul territorio benefici permanenti alla conclusione dei lavori di realizzazione di un’opera pubblica, meglio se inquadrati in ipotesi e piani di rilancio socioeconomici basati sulla sostenibilità “sostenibile”.
La “compensazione” può assumere diverse forme, tra cui:
• Misure di Mitigazione Ambientale: quando un progetto infrastrutturale ha un impatto negativo sull’ambiente, possono essere adottate misure compensative per la conservazione, il ripristino o la creazione di habitat naturali alternativi, il trattamento delle acque per prevenire l’inquinamento, la realizzazione di nodi infrastrutturali a servizio del cantiere durante i lavori ed utili in seguito a supporto della ripresa dello sviluppo dell’area interessata,
• Sviluppo di Infrastrutture Complementari: parte della compensazione può includere lo sviluppo di infrastrutture complementari che beneficino la comunità locale, come la costruzione di scuole, rigenerazione urbana, realizzazione di strade secondarie, piste ciclabili o impianti sanitari, sportivi o di intrattenimento culturale,
• Programmi di Sostegno Economico e Sociale: questi programmi possono essere mirati al sostegno delle imprese locali, alla formazione professionale e al rafforzamento delle capacità delle comunità per aiutarle a trarre vantaggio dall’opera pubblica una volta completata,
• Accordo e Partecipazione della Comunità: le misure di indennizzo spesso sono il risultato di processi di consultazione e accordo con le comunità e le parti interessate colpite dal progetto. Questo assicura che le compensazioni siano pertinenti ed efficaci nel rispondere alle esigenze specifiche.
Gli indennizzi sono regolati da quadri normativi e regolamentari che variano a seconda del contesto nazionale o regionale, e possono essere dettati da leggi specifiche che regolano la realizzazione di opere pubbliche, la protezione dell’ambiente e i diritti dei cittadini.
L’obiettivo di queste misure è dunque quello di creare un equilibrio tra lo sviluppo necessario delle infrastrutture e la protezione degli interessi delle persone e dell’ambiente, promuovendo allo stesso tempo lo sviluppo sostenibile e la responsabilità sociale.
Esempi di compensazioni
Nel caso delle compensazioni, a differenza dei ristori, vale la pena citare esempi concreti e specializzati al contesto, finalizzati a:
• saturare le necessità emergenti dopo l’avvio del cantiere,
• costituire punti cardine permanenti post cantiere per il rilancio futuro del modello si sviluppo sostenibile socioeconomico della Valle.
A fronte dello scenario di negoziazione che potrebbe aprirsi qualora appia possibile discutere di “compensazioni”, in modo realistico e scevro da preconcetti, potrebbe risultare conveniente rimettere tra gli obiettivi perseguibili anche quelli ritenuti o ritenibili, nel recente passato, “out of the scope” in quanto non sostenibili perché privi di payback o perseguiti più per scopi di singole persone o categorie sociali che per il reale bene della collettività nel suo complesso.
Un elenco non esaustivo delle “compensazioni” da negoziare contiene i seguenti esempi:
• Dislocazione del “Villaggio di cantiere”
La dislocazione degli alloggi di cantiere potrebbe collocarsi a San Pietro o a San Nicolò o, preferibilmente, a Danta, in modo da obbligare alla mobilità in Val Comelico ed in Val d’Ansiei gli operai dopo le ore di lavoro ed un equo utilizzo, da parte loro e dei loro eventuali ospiti, degli esercizi commerciali e di intrattenimento esistenti, così da “spalmare” valore in modo omogeneo sia in Comelico che in Val d’Ansiei;
[Il Villaggio di Cantiere dovrebbe essere realizzato attraverso il recupero di parte del patrimonio immobiliare esistente (anche attingendo alle risorse destinate alla “rigenerazione urbana del PNRR”, seguendo criteri di riutilizzabilità post cantiere con possibili destinazioni d’uso futuro:
• a supporto dell’ospitalità delle professionalità “immigranti” come forza lavoro intellettuale e manuale sia per il Comelico che per il Cadore,
• come centro di accoglienza umanitaria temporanea o permanente di migranti o profughi regolari,
• come superficie abitativa temporanea e periodica “agevolata”, fruibile da parte di studenti, ricercatori e tutor impegnati in attività di ricerca scientifica universitaria in materie correlate alle scienze naturali, agrarie, forestali, ambientali, turistiche ed umanistiche.
• Plessi scolastici e Convitto diffuso
La popolazione in età scolare del Comelico si avvale quotidianamente del polo scolastico cadorino, longaronese e bellunese, mentre il proprio polo scolastico attrae un importante numero di studenti del Cadore.
Il blocco ed i disagi della pendolarità quotidiana sia in un senso che nell’altro potrebbero essere resi meno demotivanti, grazie alla possibilità di convitto della popolazione studentesca dentro e fuori la Val Comelico.
Una delle misure di compensazione ai disagi del cantiere della galleria Comelico, potrebbe consistere nel sostegno alla realizzazione di un “convitto diffuso” per studenti.
La creazione di un convitto diffuso che fornisca alloggio accessibile e di qualità agli studenti può quindi essere vista come un modo per contribuire positivamente al contesto sociale e educativo del territorio, riducendo l’entità delle problematiche che nascerebbero.
Il “convitto diffuso” si basa sul concetto di “albergo diffuso” e si riferisce alla fornitura di alloggi per studenti distribuiti in diverse strutture o edifici all’interno di un territorio, invece che concentrati in un singolo complesso.
Questo modello può usufruire di immobili esistenti, anche attraverso ristrutturazione e adattamento alle esigenze abitative degli studenti, con l’obiettivo di integrare meglio i convittori nella vita della comunità e di valorizzare il patrimonio edilizio esistente.
Il Convitto diffuso può costituire una Compensazione attraverso:
• la mitigazione degli Impatti Urbani: in contesti in cui le opere pubbliche o i grandi progetti di sviluppo influenzano la disponibilità di alloggi o modificano il tessuto urbano, un convitto diffuso per studenti può contribuire ad attenuare questi impatti, offrendo soluzioni abitative che favoriscono l’integrazione urbana e sociale,
• il supporto all’Educazione e alla Crescita Locale: fornendo alloggi dedicati agli studenti, il progetto può sostenere l’istruzione superiore e attrarre talenti nell’area, supportando così lo sviluppo economico e culturale locale;
• la Riqualificazione e Valorizzazione Immobiliare: la trasformazione di edifici sottoutilizzati o degradati in alloggi per studenti può contribuire alla riqualificazione urbana, valorizzando aree della città potenzialmente penalizzate dai lavori di costruzione o da precedenti condizioni di degrado.
Perché un convitto diffuso per studenti sia considerato effettivamente una forma di compensazione, è fondamentale che il progetto sia sviluppato in risposta diretta agli impatti di un’opera pubblica e che rispecchi le esigenze della comunità locale, inclusa la popolazione studentesca.
È importante che ci sia un dialogo tra gli sviluppatori del progetto, le istituzioni educative, gli studenti e le altre parti interessate per assicurare che il convitto diffuso offra reali benefici e risponda alle aspettative della comunità.
In sintesi, se ben pianificato e implementato con il coinvolgimento attivo delle comunità interessate, un convitto diffuso per studenti può rappresentare un’innovativa opera di compensazione che contribuisce al benessere sociale, economico e culturale di una regione colpita da importanti progetti infrastrutturali.
• Sanità
La periferia e l’isolamento della Valle giustifica:
• l’attivazione di un presidio permanente di Pronto Soccorso in Valle inquadrato nelle cosiddette Case di Comunità previste dall’Agenas e finanziate dal PNRR e ad integrazione del nuovo Presidio Sanitario già finanziato dai provvedimenti relativi alle Aree Interne e, forse, prima o poi oggetto di realizzazione,
• la successiva stabilizzazione della Casa di Comunità come presidio definitivo con la garanzia di servizi di assistenza multidisciplinari, anche a disposizione del Centro Cadore (in modo da cambiare la logica della pendolarità da Comelico a fuori a Cadore a dentro).
[Le “Case di Comunità” sono una delle iniziative previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) dell’Italia, parte del più ampio programma Next Generation EU dell’Unione Europea.
Le Case di Comunità hanno l’obiettivo di rafforzare il sistema sanitario territoriale, offrendo servizi sanitari e socioassistenziali di base più vicini ai cittadini, con un’attenzione particolare alla prevenzione, alla cura primaria e al supporto per persone con bisogni speciali (come anziani o persone con disabilità).
Sono pensate per essere dei punti di riferimento nel tessuto urbano e sociale, dove i cittadini possono accedere facilmente a vari servizi sanitari senza doversi recare in ospedale, alleggerendo così il carico sui servizi ospedalieri e migliorando l’efficienza del sistema sanitario.
Le Case di Comunità offrono una gamma di servizi che includono:
• Assistenza sanitaria di base e specialistica.
• Servizi di prevenzione e promozione della salute.
• Supporto alla gestione delle malattie croniche.
• Servizi di assistenza domiciliare integrata.
• Attività di riabilitazione.
• Servizi di supporto sociale e psicologico.
• Case di Comunità come Compensazione
Sebbene le Case di Comunità siano principalmente concepite come parte di una strategia per migliorare l’accessibilità e l’efficacia dei servizi sanitari e assistenziali, in certi contesti potrebbero essere considerate una forma di compensazione indiretta per le comunità.
In questo senso, le Case di Comunità possono contribuire a bilanciare gli impatti di altri interventi infrastrutturali, migliorando la qualità della vita e l’accesso ai servizi essenziali per le popolazioni colpite.
È importante sottolineare, tuttavia, che la loro implementazione come compensazione dovrebbe essere parte di un dialogo e di un accordo tra le autorità pubbliche e le comunità locali, assicurando che rispondano effettivamente alle esigenze e alle aspettative dei cittadini.
In generale, le Case di Comunità rappresentano un’innovazione nel panorama dei servizi sanitari e sociali, mirando a una maggiore integrazione e prossimità con le esigenze della popolazione, e potrebbero essere un esempio di come i programmi di investimento pubblico come il PNRR possano avere un impatto positivo diretto sul benessere dei cittadini.]
• Assistenza e welfare
Potrebbe essere valutata la possibilità di realizzare una nuova RSA a Santo Stefano di Cadore a servizio dell’intera vallata, per esempio riconvertendo il Borgo di piazzetta Baldissarutti con un recupero degli edifici esistenti anche attraverso collegamenti tra loro con sottopassaggi e con la realizzazione di un nuovo centro servizi e lungodegenze da realizzare in loco, in parte a valere in termini di finanziamento sui fondi PNRR destinati alla “Rigenerazione Urbana” e con il coinvolgimento delle Regole Comunioni Famigliari, con il non nascosto obiettivo di start up di una operazione di riqualificazione immobiliare del “costruito in fase di abbandono” di scala molto più ampia;
• Presidio e scuole militari
La tipicità ambientale e l’ecosistema della Valle giustificano il trasferimento di una Scuola Militare permanente dedicata alla formazione di Carabinieri Forestali italiani, riconvertendo nell’immediato e provvisoriamente a Caserma parte della vecchia “Caserma Balbo”, per poi dedicare a questa Scuola il sito ove sorge la Casa di Riposo attuale ed a valle di una messa in sicurezza e ristrutturazione dell’edificio esistente;
• Trasporto Pubblico Locale
Le compensazioni attraverso il trasporto pubblico locale garantito si riferiscono a misure adottate per migliorare o fornire servizi di trasporto pubblico come forma di compensazione per le comunità colpite dalla realizzazione di opere pubbliche.
Questo tipo di compensazione è particolarmente rilevante in contesti in cui la costruzione di grandi infrastrutture incide sulla mobilità locale o quando, ad esempio, si verifica la perdita o l’alterazione di servizi di trasporto esistenti a causa dei lavori.
L’obiettivo principale è minimizzare l’impatto negativo sulle abitudini di mobilità delle persone e garantire che la comunità mantenga o migliori l’accesso a servizi essenziali, luoghi di lavoro, istruzione e altre infrastrutture attraverso soluzioni di trasporto pubblico efficaci.
Questo tipo di compensazione mira anche a promuovere la sostenibilità ambientale, incentivando l’uso di mezzi di trasporto collettivi a basso impatto.
Questo si può ottenere attraverso:
• il miglioramento dei servizi esistenti: può includere l’aumento della frequenza dei passaggi, l’estensione delle ore di servizio o l’ammodernamento dei mezzi di trasporto per migliorare la qualità e l’efficienza del servizio,
• l’introduzione di nuove linee: creazione di nuovi collegamenti di trasporto pubblico per servire meglio le aree interessate dai lavori infrastrutturali, garantendo che le comunità mantengano un accesso adeguato ai servizi e alle attività quotidiane,
• tariffe agevolate o gratuite: offerta di tariffe ridotte o viaggi gratuiti per i residenti delle aree colpite, al fine di compensare eventuali disagi causati dai lavori pubblici e incoraggiare l’uso del trasporto pubblico,
• miglioramenti infrastrutturali: investimenti in infrastrutture di supporto al trasporto pubblico, come “parcheggi di interscambio”, “parcheggi hub”, fermate e stazioni più accessibili, sicure e confortevoli nonché percorsi pedonali e ciclabili che facilitano l’accesso ai servizi di trasporto.
Le varie azioni di adattamento del Trasporto Pubblico Locale alle nuove condizioni al contorno generate dai disagi causati dal cantiere della galleria Comelico potrebbero generare i seguenti benefici:
• Accessibilità migliorata: garantisce che tutti i membri della comunità, compresi coloro che non dispongono di mezzi di trasporto privati, abbiano accesso a servizi e opportunità,
• Sostenibilità: incoraggia una maggiore utilizzazione del trasporto pubblico, contribuendo alla riduzione delle emissioni di gas serra e al miglioramento della qualità dell’aria.
• Equità sociale: assicura che le compensazioni siano distribuite in modo equo, fornendo supporto a chi potrebbe essere più vulnerabile agli impatti negativi delle opere pubbliche.
L’implementazione di queste misure richiede una pianificazione attenta e la collaborazione tra enti pubblici, operatori del trasporto pubblico e comunità locali.
È importante che le soluzioni adottate siano il risultato di un processo di consultazione con le parti interessate per assicurare che rispondano efficacemente alle esigenze di mobilità della popolazione interessata.
• Regolamentazione della fruizione della SP 532
Qualunque sia la modalità di utilizzo della galleria Comelico durante i lavori di manutenzione straordinaria, il dato di fatto da registrare è la sua chiusura di fatto per oltre tre anni.
Allora, nella obbligatoria e non più negata ipotesi dell’utilizzo della Strada Provinciale 532 del Passo di Sant’Antonio per garantire la pendolarità di studenti e lavoratori per e dal Cadore almeno nelle ore di punta, sarà indispensabile creare le condizioni per la fruibilità del percorso senza soluzione di continuità del doppio senso di circolazione in qualsiasi stagione, condizione meteorologica ed orario.
Non potendo migliorare la situazione fisica e geometrica della strada, la sua fruibilità a doppio senso di circolazione si può garantire:
• riducendo dimensioni e ingombro dei mezzi di trasporto pubblico locale, quindi non utilizzando più pullman di grandi dimensioni ma sostituendoli con un numero sufficienti di Minibus da 15 o 20 posti, la cui flotta sia monitorata e gestita da una specifica control room in grado di gestire in real time ogni emergenza,
• vietando il transito ai mezzi pesanti durante le fasce orarie considerate di punta,
• realizzando a fondovalle in Comelico tre parcheggi scambiatori (per esempio a Mare, Santo Stefano, Gera),
• realizzando due grandi “parcheggi hub”, uno in Comelico, a Padola, ed uno ad Auronzo, in località Cima Gogna (così da non creare ingorghi nel capoluogo comunale).
• Minibus, Parcheggi Scambiatori, Parcheggi Hub – Infrastrutture di compensazione permanente
L’idea è richiedere alla Struttura Tecnica di Missione del MIT di fornire a Dolomiti Bus 20 pulmini elettrici da 20 posti cadauno, in modo da garantire la fruibilità del Passo di Sant’Antonio nelle ore di punta e di ottenere la realizzazione di “parcheggi scambiatori” e “parcheggi hub” in Comelico ed a Cima Gogna da utilizzare poi in futuro nell’ambito di un nuovo modello di sviluppo sostenibile finalizzato a consentire una inversione dei trend socioeconomici negativi attuali.
Gli utenti (lavoratori e studenti) confluirebbero con i loro mezzi nelle fasce orarie di loro pertinenza presso i parcheggi scambiatori di fondovalle o presso il parcheggio hub di Padola, lascerebbero il loro veicolo e sarebbero gratuitamente trasportati dal Comelico al parcheggio hub di Cima Gogna, dove troverebbero le coincidenze per la loro destinazione.
Il parcheggio hub di Cima Gogna svolgerebbe la stessa funzione a servizio di studenti e lavoratori che dal Cadore avessero la necessità di recarsi in Comelico.
Durante la giornata una parte dei nuovi pulmini in dotazione a Dolomiti Bus sarebbe poi utilizzata per il TPL a chiamata in Comelico ed in Cadore.
Il parcheggio di Padola sarebbe, poi, durante le ore non di punta, dedicato a servizio del progetto Stacco (sempre che si riesca a fare) e, in ogni caso a servizio della nuova mobilità del Comelico.
• Finanziamento per la realizzazione del Piano di Sviluppo del Comelico
Una ulteriore compensazione per la realizzazione di un’opera pubblica consiste nel finanziamento dell’elaborazione di un nuovo Piano di Sviluppo Comprensoriale per il territorio interessato. Questo tipo di misura compensativa può essere particolarmente significativa e vantaggiosa per le comunità locali, poiché va oltre la mera compensazione economica o la mitigazione degli impatti negativi, puntando invece a un beneficio a lungo termine attraverso la promozione dello sviluppo sostenibile e integrato del territorio.
I benefici di un Nuovo Piano di Sviluppo Comprensoriale sono:
• Visione Integrata dello Sviluppo: un Piano di Sviluppo Comprensoriale può offrire una visione integrata e strategica che coordina diversi aspetti dello sviluppo territoriale, inclusi l’urbanistica, l’economia, il sociale, l’ambiente e le infrastrutture, garantendo che lo sviluppo futuro sia equilibrato e sostenibile,
• Risposta alle Esigenze Locali: Attraverso un processo partecipativo, il piano può essere progettato per rispondere efficacemente alle esigenze e alle priorità specifiche della comunità locale, migliorando la qualità della vita e stimolando lo sviluppo economico,
• Attrazione di Investimenti: Un piano ben elaborato può attrarre investimenti pubblici e privati nel territorio, promuovendo la creazione di nuove opportunità di lavoro, il miglioramento delle infrastrutture e dei servizi, e la valorizzazione delle risorse locali,
• Miglioramento dell’Infrastruttura e dei Servizi: Il piano può prevedere il miglioramento dell’infrastruttura esistente e lo sviluppo di nuovi servizi per la comunità, inclusi trasporti, istruzione, sanità, e aree verdi,
• Sostenibilità e Conservazione Ambientale: Può includere strategie per la protezione e la valorizzazione dell’ambiente naturale e del patrimonio culturale, promuovendo pratiche di sviluppo sostenibile.
In sintesi, l’elaborazione di un nuovo Piano di Sviluppo Comprensoriale come compensazione per la realizzazione di un’opera pubblica rappresenta un approccio proattivo che non solo mira a mitigare gli impatti negativi del progetto infrastrutturale, ma anche a sfruttare questa occasione come un catalizzatore per il miglioramento complessivo e lo sviluppo sostenibile del territorio interessato.