Mi chiamo Francesco De Bettin, Franz per gli amici e non Checco (perché non sono Zalone).
Sono un sognatore utopico di un mondo solidale, meritocratico ed onesto,
insofferente verso gli ignoranti che si credono professori e tuttologi, i corrotti ed i corruttori, i concussori, i prepotenti, i prevenuti e gli ottusi.
Mi infastidiscono tutti quelli che per ogni soluzione riescono sempre ad avere almeno mille problemi, così come non sopporto chi “pesta l’acqua nel mortaio”, si lamenta e si aspetta che il mondo cambi grazie alle fatiche di altri, magari senza fretta e senza creare turbamento, cioè dimenticando che ogni cambiamento è in sé turbamento!
Considero una calamità naturale gli stupidi come definiti nel saggio “Allegro ma non troppo” dal prof. Carlo “M” Cipolla e tutti quelli che io chiamo gli “spingitori di Cavalieri”.
Nonostante questo, resto un semplice e umile montanaro ladino delle Dolomiti Bellunesi, in prestito al mondo, magnanimo e, in definitiva, comprensivo, purché la mia disponibilità non sia scambiata per debolezza o dabbenaggine.
Non è vero che sono maleducato e che ho un brutto carattere, mentre è vero che oltre un certo limite ed a vaso colmo, senza molti preavvisi decido che il mio tempo è più prezioso di chi me lo fa perdere.
Sono una persona conscia di essere fortunata, perché la vita mi ha già ampiamente dato tutto ciò che volevo e tutto ciò che potrei avere in più sarebbe addirittura poco sobrio.
Ho sposato Patrizia nel 1991, una donna intelligente e stupenda, con cui ho avuto e cresciuto i nostri due figli Alessandro e Federico, oggi oramai adulti, indipendenti ed autonomi che stimo e che amo immensamente.
Non ho molti amici ma quei pochi sono per me più del mondo intero: stanno sulle dita di una mano.
Nel mio poco tempo libero lavoro: faccio l’imprenditore.
Gran parte del tantissimo tempo che mi resta è dedicato al mio hobby preferito: fare l’imprenditore nello stesso settore in cui lavoro, ovvero nei settori dell’ingegneria e negli ambiti attualmente definiti Transizione Digitale, Energetica ed Ecologica (diciamo la parte “tecnica” e strumentale di quella che il Santo Padre nel 2015 ha definito “Conversione Ecologica”).
In realtà, sulla carta, sarei un ingegnere (dicono anomalo ma anche, a mio parere, abbastanza bravo).
Nella vita ho fatto, però, anche altre piccole cose.
Per esempio, con i miei fratelli Raffaele, Stefano e Daniele, ho fondato nel 1991 DBA Group S.p.A., società attiva nell’Ingegneria, nell’Architettura, nel Project Management e nell’ICT declinati a supporto della “gestione del ciclo di vita di opere ed infrastrutture singole e a rete”, attualmente l’unica società di ingegneria pura privata ed indipendente italiana, quotata presso la Borsa Valori di Milano e che conta tra Italia ed estero quasi mille dipendenti tra laureati e diplomati. Nel 1988, quando iniziammo, eravamo noi quattro e la sede era la cantina della nostra casa paterna a Costalissoio. Oggi abbiamo 24 filiali, di cui una decina tra Balcani, Egitto e Caucaso.
Presiedo, per volontà dei miei fratelli e dei nostri azionisti, DBA Group sin dalla sua fondazione, mantenendo fisso il mio ed il suo focus sulla cultura dell’ingegneria integrata a supporto delle infrastrutture del futuro e guardando con interesse all’applicazione alle infrastrutture a rete, alla loro gestione ed al loro esercizio, dell’Internet delle Cose, della Realtà Aumentata, dei Big Data, dei Sistemi di Supporto alle Decisioni e dell’Intelligenza Artificiale.
Provo ad avvalermi di ciò che so e delle mie esperienze, per disegnare nuovi modelli di sviluppo sostenibile, cercando, spessissimo senza riuscirci, di affiancare chi è alla ricerca di ecosistemi ambientali ed antropici in grado di consentire ai residenti nelle Terre Alte e delle Aree Marginali e Fragili di raggiungere le “pari opportunità” rispetto a chi riside in aree più fortunate o ricche.
Gli ingegneri veri (gli altri 999 di DBA Group) cercano, per definizione, gli equilibri stabili dei sistemi di cui si occupano; io, molto più modestamente, mi diletto nel ricercare i “riequilibri ordinati”, minimizzandone l’impronta carbonica e ricercandone la Carbon Neutrality anche attraverso i sistemi inventati da loro.
Alan Turing, Enrico Mattei, Adriano Olivetti, John Nash, Robert Noyce, Gordon Moore, Leonardo Del Vecchio, Aldo Moro e Luigi Giussani sono alcuni dei miei miti, dei quali mi basterebbe avere solo un 10% del talento e della leadership.
Nel gennaio 2022 ho fondato l’Associazione Comelico Nuovo, iniziativa no profit ed apartitica che si ispira ai principi raccolti nelle Encicliche Laudato Sì e Fratelli Tutti di Papa Francesco.
L’idea era provare a “mettere a terra” gratuitamente e in un luogo a me caro, ciò che avevo avuto la fortuna di imparare durante la mia quasi quarantennale azione di imprenditore tra Italia ed estero.
L’idea era bella ed innovativa ma, a quanto dopo un anno appare, non è affatto facile da trasformare in qualcosa di utile. Poiché l’esperienza è la somma degli errori compiuti, dopo un anno di alacre attività, tra me e me dico che sono un po’ più esperto e che, nonostante tutto, visto che ciò che si inizia va portato a termine, vale decisamente la pena continuare.
Sono spesso ospite di congressi, convegni e media che trattano temi legati all’ingegneria, alla digitalizzazione ed alla tutela dell’ambiente in funzione del rispetto di una biosfera che contenga in modo equilibrato e paritetico anche l’uomo come elemento centrale.
Dormo poco, per cui trovo il tempo di leggere, studiare, approfondire tutto ciò che mi piace ed adoro scrivere cose che poi non metto in ordine e, fino ad oggi, non ho mai pubblicato.
Proverò a farlo d’ora in poi in questo blog che, nell’ipotesi peggiore, servirà a me come semplice repository dei miei pensieri.
Sono un fan di Gesù Cristo (ebbene si!), cerco di essere coerente con il Suo messaggio e, anche per questo, senza “avere paura” ho fatto mia una una delle massime di Gandhi, secondo cui “La vita non è aspettare che passi la tempesta ma imparare a ballare sotto la pioggia“.
Anche per questo (e come tutti), ho ricevuto dalla Provvidenza i famosi “quattro talenti” e spero, non subito, di restituirne quaranta o più, non portandomene al cimitero nemmeno uno, perché mi auguro di averli potuti impiagare tutti nella creazione di valore per gli altri!
Tentare è un dovere, riuscirci non sarà facile ma almeno non avrò il rimorso di non averci provato.
https://www.dolomitilifetv.it/show/231/episode/570
Guarda questo episodio: Puntata 1 – Francesco De Bettin
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